Sunday, March 25, 2012

Report e la ricongiunzione contributi che sa di furbata


Tra le iniziative per non abolire i privilegi della casta e non far tracollare definitivamente l'INPS lo scorso governo si è inventato una norma per rendere "onerosa" la ricongiunzione contributi.
Pare che onerosa, secondo il dizionario in uso al parlamento significhi impossibile.
 Dal 1979 c'è la possibilità di ricongiungere in un unico fondo i contributi versati a diverse casse previdenziali. I contributi possono essere riferibili all’assicurazione generale obbligatoria, ad altre forme alternative o alle gestioni speciali per i lavoratori autonomi gestite dall’Inps (ex articolo 2 della legge 29 del 1979).
Di fatto questa legge è stata sostanzialmente modificata dal 1 luglio 2010 la legge trasformando l’operazione a pagamento. Con l’entrata in vigore della legge n. 122/2010, per domande presentate a decorrere dal 31 luglio 2010, l’onere calcolato risulta mediamente incrementato a seguito dell’applicazione dei coefficienti rilevati dalle tabelle di cui al D.M. 31/08/2007.
La trasmissione di Rai 3 metteva in evidenza che alcuni lavoratori si erano visti richiedere dall'INPS fino a 300 mila euro per la ricongiunzione contributi.
Facendo 2 calcoli scopriamo che, nei 17 anni di vita residua media (82 anni-65 = 17X12 = 204 mesi) il lavoratore in oggetto dovrebbe percepire una maggiorazione di 1470 euro al mese oltre la normale pensione per rientrare del solo capitale esborsato sensa contare interessi.
Una cosa ridicola e che sa di pizzo cosi come commentato da uno dei lavoratori in trasmissione.
La Fornero ha difeso a spada tratta il provvedimento ricordando che se si "vogliono privilegi di debbono pagare" dimenticando, forse per comodità, che quei lavoratori avevano già pagato quei contributi, volutamente scippati.
I parlamentari della maggioranza presenti al parlamento quando si è votata la norma, intervistati, hanno detto che secondo loro la norma era iniqua ma l'hanno votata lo stesso.
La lega per bocca di Massimiliano Frederiga dice di aver segnalato al ministro Sacconi l'anomalia ma di aver comunque votato per la fiducia al provvedimento, "pur giudicandolo iniquo.
Un onorevole del PDL, Cazzola, dice "hanno votato il provvedimento" quando l'intervistatore lo corregge " come Hanno votato? l'avete votato tutti no?" il deputato, visibilmente in difficoltà, si corregge.
Il programma metteva in evidenza anche il fatto che un giovane che apra la partita iva deve pagare il 28% del proprio reddito all'INPS; calcolato su 11000 euro di reddito paga circa 4000 euro l'anno, per prendere una pensione, dopo 40 anni di contributi pari alla pensione sociale, pari a 500 euro o poco più.
Sempre facendo due conti scopriamo che 4mila euro per 40 anni fanno 160 mila euro che diviso la vita residuale dell'individuo fa 784 euro/mese, che l'INPS, stando le cose cosi come sono oggi, non potrà mai restituire.
Questo senza calcolare interessi, calcolando gli interessi più bassi del mercato su somme prestate, il valore di 160mila ero va a sommarsi ad almeno 100mila euro di interessi.
Abbiamo parlamentari, come Dini, che arrivano a 40 mila ero mensili di pensione, un divari immenso con coloro che prendono 1/80 di questa cifra, e come se non bastasse i privilegi dei parlamentari, sono stati blindati, anzi se li sono blindati da soli.
Altra nota dolente sono i contributi ENASARCO, chi non ha versato almeno 20 anni li ha irrimediabilmente persi.
Insomma, l'Italia dei furbetti non è solo quella che evade le tasse ma è anche quella che si inventa senza tanti giri di parole, di rubare, oltre al futuro anche i contributi versati, tutto in nome di una salvezza nazionale sempre piu ardua da raggiungere, i cui guasti sono sati determinati dalla stessa classe politica che vorrebbe risolvere il danno procurato.

Friday, March 23, 2012

Gli ATO non sono stati ancora aboliti.


Gli Ato (ambiti territoriali ottimali)  nelle intenzioni (scritte) di coloro che li hanno creati dovrebbero e organizzare dei servizi e integrarli, per esempio la gestione delle risorse idriche e la raccolta rifiuti, sulla carta una iniziativa nobile ma sono ormai sinonimo di enti che “piazzano” o politici ed ex politici, e gente dei loro entourages (cosa ovvia dato che le nomine avvengono per via politica).
Gli ATO del Servizio Idrico Integrato in Italia assommano a circa 100 (Cento avete capito bene),
Ebbene per ognuno  dei 100 ATO i soli presidenti o direttori, etc percepiscono cifre annuali che vanno dai 90 mila euro ai 180 mila e oltre, mentre i consigli di amministrazione assorbono risorse per 1 milione di euro, ognuno, l’anno.
Originariamente istituiti con una legge del  1994 , la nr. 36, Con la Legge 26 marzo 2010, n. 42, (Gu 27 marzo 2010 n. 72):Conversione del Dl 2/2010 recante interventi urgenti concernenti enti locali e Regioni vengono aboliti gli A.T.O. entro 1 anno dalla entrata in vigore, come recita l' Articolo 1: Interventi urgenti sul contenimento delle spese negli enti locali al comma 1-quinquies." All'articolo 2, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, dopo il comma 186, è inserito il seguente: "186-bis. Decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono soppresse le Autorità d'ambito territoriale di cui agli articoli 148 e 201 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. ne è stata disposta l’abrogazione entro marzo 2011.
Secondo questa legge avrebbero dovuto essere aboliti erano anche oggetto di quesito referendario tenutosi a Giugno 2011, e alla faccia di tutta la mobilitazione e manifestazioni  di cittadini avvenute, gli Ato continueranno imperterriti a funzionare finchè non si sarà trovata un’altra “degna” collocazione per le persone, legate alla politica che li compongono?
Quale altro artificio verrà trovato, in sostituzione, per il solito prelievo forzato dalle tasche dei cittadini?

Tuesday, March 13, 2012

Il 2012: nessun miglioramento sul fronte dell’occupazione e conseguente crollo dei consumi


Entrate familiari e consumi sono strettamente interconnessi e a fronte di una massiccia tassazione e relativa sottrazione di risorse c'è stato un crollo dei consumi ormai a livello degli anni '80.
Come rilevato da un report di intesa San Paolo: il 2012 non sarà meglio nè sul fronte dei rincari nè su quello della disoccupazione, tant'è che il calo di occupati ha prodotto un effetto beffardamente positivo, ovvero il calo di incidenti sul lavoro.
La recessione ampiamente prevista è stata ormai confermata definitivamente e il pieno di gasolio ha raggiunto livelli elevati (il costo di un pieno di una media cilindrata sfiora i 100 euro) e, inspiegabilmente, quando il prezzo del barile scende, i prezzi rimangono invariati; mentre appena le borse danno notizia di un probabile aumento del petrolio, la corsa al rialzo continua imperterrita. Dico inspiegabile ma potrebbe anche essere spiegabile con un cartello dei petrolieri e i pochi centesimi che fanno di sconto alcune compagnie che suonano come una solenne buggeratura.
Di conseguenza, c'è una notevole incidenza del costo del carburante sul trasportoche avviene per il comparto agroalimentare prodotto a distanza rispetto al luogo di consumazione oppure viene trasportato a grande distanza per poi essere riportato nel luogo ove era stato prodotto al fine di essere consumato. Facciamo un esempio: un produttore di albicocche del napoletano invia i propri BINS al MOF di fondi, che dista circa 140 km. Qui viene suddiviso in cassette una parte delle quali torna nei luoghi di origine, raddoppiando il percorso fatto dalla frutta e così i costi di trasporto.
I cittadini si organizzano creando gruppi di acquisto (per i cosiddetti prodotti a km zero), ma ovviamente è difficile diffondere questo nuovo modo di consumare, ad un livello capillare. Gli aumenti, subìti per effetto delle tasse, di tutti i prodotti, vanno ad innescare un processo di aumenti incontrollati degli stessi, come quello di un cane che si morde la coda. L'attuale governo, così come i precedenti, non vuole tagliare la spesa pubblica e il numero di dipendenti della Pubblica Amministrazione, che ormai ha raggiunto lo stratosferico numero di 3,7 milioni, che aggiunti a coloro che "vivono della politica", pari ad 1,3 milioni, sono pari all'8,5% della popolazione nazionale.
Tagliare la spesa (per esempio non sostituendo nella P.A. chi va in pensione con nuovi assunti) potrebbe essere un segnale, che dato ai mercati internazionali, farebbe abbassare lo spread su valori accettabili, e dare un po' di ossigeno alle ormai asfittiche finanze delle famiglie Italiane.
Questa è la riprova di come una classe di gabellai impettiti ed ingessati, la quale unica aspirazione è quella di istituire un Nobel della tassa, non riesce a far altro che produrre tasse su tasse, che vanno solo ad aggravare la situazione finanziaria, già critica, di milioni di famiglie, al solo ed unico scopo di salvaguardare le caste fin qui autoinstauratesi, deprimere i consumi e di conseguenza creare nuovi poveri.

Sunday, March 11, 2012

Fiorire di partitini e micro movimenti: conseguenza di OWS?


Probabilmente Occupy Wall Street ha innescato un meccanismo , quello della politica partecipativa, infatti il movimento americano ma anche quelli europei come "gli indignatos" hanno fatto capire alla gente, che chi detiene il potere, è in pratica l' 1% della popolazione, ma che prende decisioni che vanno ad incidere sulla vita della totalità della popolazione mondiale.
A chi naviga su internet non sarà certo sfuggito che da circa un anno a questa parte c'è un'immane numero di partitini che impazzano.
Ora che anche le epurazioni di Grillo ( da me previste in un precedente articolo sempre su Agoravox) sono una realtà, l'unica strada, per dare una svolta alla politica di stampo oligarchico, appare a molti quello della cosiddetta politica partecipativa.
Qualcuno sta provando a fare le cose in maniera da raggruppare questi micro movimenti in qualcosa di più organico e complessivo, unendoli, incontrando non poche difficoltà.
Ma nessuno di questi alla fine vuole rinunciare ad avere il proprio fondatore (spesso si tratta di un ristretto gruppo di persone, in qualche caso anche 2 o 3, nell'ambito della stessa città o piu raramente della regione di appartenenza) sotto le luci della ribalta, o piu sovente, magari vuole sbattere sul tavolo della trattativa, con grandi partiti come PD o PDL, un migliaio di tessere in cambio di favori sul piano personale.
Non producono altro che una serie di link, tutt'al più dei filmati su Youtube anche ben fatti ma niente di propositivo veramente, contestano ma non propongono soluzioni.
La piazza virtuale per iniziare a fare un movimento o un partito ormai è Facebook, contenitore di dati di milioni di persone, i più, poco o nulla interessati alla politica, ma rimane comunque un'ottima occasione per potervi scovare qualche attivista, di movimenti potenzialmente nuovi e propositivi, nell'ambito di quella che ormai è una sperimentazione virtuale.
Da circa 2 mesi ha fatto la comparsa "un contenitore" per tutti i movimenti senza un nome definito o definitivo, chiamato "lista civica popolare nazionale" che nel giro di 15 giorni ha creato 9 gruppi regionali, i cui partecipanti hanno residenza in queste regioni, ma la cosa nuova è che gli appartenenti a questi gruppi hanno creato 22 documenti che vanno da come sarà il nuovo movimento, fino alla creazione di gruppi tematici.
Questo contenitore al momento conta circa 1600 membri, ma alcuni gruppi che lo compongono hanno addirittura 4000 membri.
I documenti vengono fatti ed aggiornati con la collaborazione di tutti dal professore universitario, all'operaio, all'artigiano etc.
Altro fatto inusuale è che, oltre alla piazza virtuale ed alle videoconferenze, c'è stato anche un'incontro dal vivo, a Bologna il 28 gennaio, durante il quale è stata approvata una dichiarazione di intenti.