Va crescendo una disaffezione alla politica ormai da circa 7-8 anni, della quale ci accorgiamo solo ora.
I dati sull’astensionismo (prossimo ormai al 40%) sempre più vicino a quello delle tradizionali democrazie come quella statunitense, ne erano state le avvisaglie.
La gente, sempre attenta al proprio portafogli, si sta svegliando e vede nei “mali” della politica come la corruzione, la ragione delle tasse sempre più esorbitanti ed invasive per l’economia non florida delle famiglie italiane, complice Internet che ormai fa la parte del leone grazie alle migliaia di testate giornalistiche non allineate ai diktat dei partiti, e che non godono di alcun contributo.
Ormai il disincantato popolo è sempre più vaccinato rispetto alle scuse, spesso puerili, sulla gestione troppo personalistica ed (dis)interessata del nostro denaro.
La nozione corrente di “politica” è sempre più vicino a quello di clientelismo, che spesso è stato assimilato alla popolare, pecoreccia idea “intanto, se mi va bene, mi faccio gli affari miei, un voto non mi costa nulla”, quindi un concetto comune, condiviso e tollerato.
Tanti movimenti ora hanno lanciato la parola "antipolitica", per dire che sono contro il clientelismo e la gestione nepotistica della cosa pubblica: ad inaugurare questo filone è stata la Lega circa 20 anni fa, lanciando anatemi contro “Roma Ladrona” ma, in tempi relativamente piu recenti, anche altri movimenti o partiti si sono scoperti “antipolitici” per risultare gradevoli e simpatici, spiazzando l’elettorato, ormai abbastanza smaliziato.
Cerchiamo il significato della parola politica: “La politica, secondo un'antica definizione scolastica, è l'Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis "πόλις", città), si applica tanto all'attività di coloro che si trovano a governare quanto al confronto ideale finalizzato all'accesso all'attività di governo o di opposizione. La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele (che diceva: l’uomo per sua natura è una animale politico) ed è legata al termine "polis", che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Altre definizioni, che si basano su aspetti peculiari della politica, sono state date da numerosi teorici: per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza; per David Easton essa è la allocazione di valori imperativi (cioè di decisioni) nell'ambito di una comunità; per Giovanni Sartori la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane” - (fonte Wikipedia).
Quindi il significato di politica sarebbe "la gestione della cosa pubblica nel miglior modo possibile (la giurisprudenza direbbe "con la diligenza del buon padre di famiglia")senza fregare soldi in modo più o meno legale e senza approfittare dei cittadini, evitando che l’occasione faccia l’uomo ladro?
Ah, chissà cosa ci aspettavamo! Ma esiste allora l’antipolitica? E l’antipolitica come gestirebbe il potere e i soldi necessari al funzionamento dello stato?
Può la parola “ladro” significare “onesto” e viceversa? Ma le parole cambiano significato o vengono usate in maniera pretestuosa e propagandistica?
Finché gli unici interventi al di fuori della politica "ufficiale" saranno quelli di Travaglio, Grillo, Santoro, e altri presunti guru della "nuova politica" che si dichiara "antipolitica", la gente prenderà per oro colato le loro dichiarazioni, senza discernere quello che può essere argomento pretestuoso o opportunista dagli argomenti veri ed importanti, senza intervenire mai in modo diretto, magari con forme di protesta spontanea, oggi rare ed affidate alle iniziative di singoli o piccoli gruppi, ma delegando a personaggi che fino a ieri facevano tutt'altro, saremo ben lontani dal far cambiare corso alla politica e alla gestione del potere, assistendo come sempre a un cambio della guardia, ma sempre in peggio, per l'ineffabile, umana ossessione del "rubare in maniera onesta" gran parte del denaro amministrato.
Un'altra cosa dovrebbe farci riflettere : dove c'è un solo "inossidabile" Leader al di sotto del suo cono d'ombra vivono tanti "lader" , e questo lo sospettavamo, ma ce ne hanno dato definitiva conferma le recenti inchieste sul disinvolto maneggio di denaro dato in " regalia" dallo Stato, e non è detto che i nuovi partiti o movimenti(formalmente antipolitici) usando la stessa logica non facciano la stessa fine degli odierni .
Non sono nuove regole che fanno le persone oneste, l'onestà non la si inventa o lo si è oppure no.
La gente, sempre attenta al proprio portafogli, si sta svegliando e vede nei “mali” della politica come la corruzione, la ragione delle tasse sempre più esorbitanti ed invasive per l’economia non florida delle famiglie italiane, complice Internet che ormai fa la parte del leone grazie alle migliaia di testate giornalistiche non allineate ai diktat dei partiti, e che non godono di alcun contributo.
Ormai il disincantato popolo è sempre più vaccinato rispetto alle scuse, spesso puerili, sulla gestione troppo personalistica ed (dis)interessata del nostro denaro.
La nozione corrente di “politica” è sempre più vicino a quello di clientelismo, che spesso è stato assimilato alla popolare, pecoreccia idea “intanto, se mi va bene, mi faccio gli affari miei, un voto non mi costa nulla”, quindi un concetto comune, condiviso e tollerato.
Tanti movimenti ora hanno lanciato la parola "antipolitica", per dire che sono contro il clientelismo e la gestione nepotistica della cosa pubblica: ad inaugurare questo filone è stata la Lega circa 20 anni fa, lanciando anatemi contro “Roma Ladrona” ma, in tempi relativamente piu recenti, anche altri movimenti o partiti si sono scoperti “antipolitici” per risultare gradevoli e simpatici, spiazzando l’elettorato, ormai abbastanza smaliziato.
Cerchiamo il significato della parola politica: “La politica, secondo un'antica definizione scolastica, è l'Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis "πόλις", città), si applica tanto all'attività di coloro che si trovano a governare quanto al confronto ideale finalizzato all'accesso all'attività di governo o di opposizione. La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele (che diceva: l’uomo per sua natura è una animale politico) ed è legata al termine "polis", che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Altre definizioni, che si basano su aspetti peculiari della politica, sono state date da numerosi teorici: per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza; per David Easton essa è la allocazione di valori imperativi (cioè di decisioni) nell'ambito di una comunità; per Giovanni Sartori la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane” - (fonte Wikipedia).
Quindi il significato di politica sarebbe "la gestione della cosa pubblica nel miglior modo possibile (la giurisprudenza direbbe "con la diligenza del buon padre di famiglia")senza fregare soldi in modo più o meno legale e senza approfittare dei cittadini, evitando che l’occasione faccia l’uomo ladro?
Ah, chissà cosa ci aspettavamo! Ma esiste allora l’antipolitica? E l’antipolitica come gestirebbe il potere e i soldi necessari al funzionamento dello stato?
Può la parola “ladro” significare “onesto” e viceversa? Ma le parole cambiano significato o vengono usate in maniera pretestuosa e propagandistica?
Finché gli unici interventi al di fuori della politica "ufficiale" saranno quelli di Travaglio, Grillo, Santoro, e altri presunti guru della "nuova politica" che si dichiara "antipolitica", la gente prenderà per oro colato le loro dichiarazioni, senza discernere quello che può essere argomento pretestuoso o opportunista dagli argomenti veri ed importanti, senza intervenire mai in modo diretto, magari con forme di protesta spontanea, oggi rare ed affidate alle iniziative di singoli o piccoli gruppi, ma delegando a personaggi che fino a ieri facevano tutt'altro, saremo ben lontani dal far cambiare corso alla politica e alla gestione del potere, assistendo come sempre a un cambio della guardia, ma sempre in peggio, per l'ineffabile, umana ossessione del "rubare in maniera onesta" gran parte del denaro amministrato.
Un'altra cosa dovrebbe farci riflettere : dove c'è un solo "inossidabile" Leader al di sotto del suo cono d'ombra vivono tanti "lader" , e questo lo sospettavamo, ma ce ne hanno dato definitiva conferma le recenti inchieste sul disinvolto maneggio di denaro dato in " regalia" dallo Stato, e non è detto che i nuovi partiti o movimenti(formalmente antipolitici) usando la stessa logica non facciano la stessa fine degli odierni .
Non sono nuove regole che fanno le persone oneste, l'onestà non la si inventa o lo si è oppure no.
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